Chi scrive, legge
Mi incuriosisce sapere che diversi scrittori famosi si sono cimentati nel genere “ghost stories”. Raramente connotate da elementi horror, le storie di fantasmi classiche accompagnano il lettore in atmosfere arcane e misteriche, scalfendo certezze e generando il dubbio. Spesso scritte in momenti storici in cui il desiderio di comunicare con i cari ormai passati dall’altra parte era forte e abusato da facili millantatori, è il caso di dirlo, queste storie ci portano in contesti culturali molto lontani dal nostro.
Si tratta, spesso, di vicende a cavallo tra la fine del 800 e gli inizi del 900 per lo più ambientate in Inghilterra. Amo cogliere elementi del quotidiano, in queste storie ai confini con la realtà: la vita della nobiltà, la vita e le relazioni delle persone anziane, i retroscena della vita dei domestici, a volte testimoni o depositari di antichi segreti o strani accadimenti.
“non necessariamente l’anima del defunto è malevola o chiede vendetta e non sempre la magia è nera”
Le comunicazioni attraverso le lettere, le attese di una risposta, le carrozze, i primi telefoni.
Un mondo lontano apparentemente desueto, eppur ricco di interessanti sfaccettature.
Fantasmi intesi come anime del trapassato o magari fantasmi interiori che prendono forma di allucinazioni e pensieri sinistri?
Dietro la storia paranormale si cela altro: piccole parabole edificanti, atti di coraggio e di fedeltà o anche esempi di debolezza umana.
Amo i brividi, il senso di mistero, la suspance, ma anche “entrare” nella mente del protagonista e vivere, percependo, ciò che viene narrato.
Cosa che accade spesso, vista la bravura dei vari scrittori delle raccolte.
Quando sono io a creare amo ribaltare invece certi schemi: non necessariamente l’anima del defunto è malevola o chiede vendetta e non sempre la magia è nera.
Amo il genere gotico per via delle situazioni intriganti capaci di generare e lo modifico con un taglio mio peculiare.
La lettura mi arricchisce, mi fornisce linfa vitale, poi, in modo autonomo, mi rendo artefice della creazione di nuove storie a volte strizzando l’occhiolino e omaggiando i grandi del passato.
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