Salone del Libro 2019, Torino
La prima volta. Al Salone del Libro. Gioia, felicità, soddisfazione. Il mio editore, Robin, mi lascia uno spazio ad hoc allo stand. Incontrare i lettori, farsi conoscere, dialogare. Questo è il firma copie. Per me una sorta di battesimo.
Ed eccomi, prima del mio appuntamento, seduto al tavolino di uno dei punti ristoro.
“Per un attimo il vociare si attenua fino a svanire del tutto, il via vai di persone si allontana. E allora sono li, in una bolla. Anzi, sono altrove. In un prato. Per un attimo ho visualizzato dei campi verdi. Questione di secondi. Sono pronto”.
Allo stand mi accoglie Giorgia, la mia editor. I miei libri sono stati posizionati in bella vista, una ragazza mi sarà da supporto. E’ arrivato il mio momento. Un’ora tutta per me. Niente atteggiamento da venditore, non mi appartiene. Mi avvicino, con garbo, solo a chi mostra con un sorriso e con sguardi interessati alla copertina dei miei libri esposti. Poco importa se poi acquisteranno il libro o meno. Mi basta aver destato interesse e curiosità. Sono in Sincronia con me stesso e l’ambiente circostante. Come potrei non esserlo? Ho anche la cravatta viola, pandant con colore della copertina. Rimango colpito da una visitatrice, una donna alta, elegante e dall’aria intellettuale che mi dice “mi è capitata la stessa cosa” a proposito di anime che si ritrovano. Sento l’ascolto, attento e partecipato, di chi dialoga con me. E firmo dediche ai miei nuovi lettori. Nel mezzo l’incontro con Sara, che mi intervista per il blog online Collateralmente. Come prima volta è andata bene. Arrivederci al prossimo Salone.
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